mercoledì 17 febbraio 2016

Lineadaria Editore a piccoli passi

"Leggere un libro non è uscire dal mondo, ma entrare nel mondo attraverso un altro ingresso". (Fabrizio Caramagna)

Cerchiamo di capire meglio cosa avviene nel campo dell'editoria italiana, attraverso l'esperienza di un giovane, ma temerario editore di Biella: 
Vincenzo Lerro.

Come è iniziata la tua avventura nel mondo editoriale?


Hai presente il sogno nel cassetto? Ecco è iniziata così: ho aperto quel cassetto e ho tirato fuori quel sogno! Arrivo dal mondo del giornalismo, sono laureato in legge e sono un lettore quasi onnivoro e compulsivo. Ad un certo punto mi è venuta voglia di leggere "cose" che non erano ancora libri e l'idea di poter avere diritto di vita o di morte su quelle cose è stata la molla. Sono partito con la narrativa per adulti e poi, in un secondo momento, mi sono concentrato sulla letteratura per l'infanzia!

E' cambiato il modo di leggere, da quando hai iniziato ad oggi? Il modo di leggere non è cambiato molto. Il problema di fondo resta sempre lo stesso: siamo il penultimo Paese d'Europa come numero di lettori. Il 51% degli Italiani non legge nemmeno un libro all'anno.

Cosa impedisce la crescita della piccola editoria in Italia?
In tutta Europa i piccoli editori sono aiutati dallo Stato. In Francia, addirittura, esistono catene di distribuzione dedicate. Nel nostro paese non c'è nulla di tutto questo, anzi.
Chi è il tuo lettore tipo? Chi non si accontenta di Geronimo, ma cerca qualcosa di meglio.           
Come mai l'editoria di spessore rimane in sordina? In Italia c'è tantissima editoria sommersa, qualitativamente eccellente, che non riesce ad emergere. Solo gli addetti ai lavori possono fare qualcosa, visto che le librerie devono vendere e per vendere non c'è nulla di meglio della paccottiglia pubblicizzata ovunque. I bambini sono vittime indifese di chi ha la forza per urlare di più il proprio mediocre prodotto.


Pensi che la tecnologia tolga spazio alla lettura tradizionale? 

No. I bambini sono ancora affascinati dal libro fatto di carta. Almeno fino ai 10-12 anni, poi li perdiamo. Salve rare eccezioni di piccoli-grandi lettori impenitenti. In questo Paese manca la cultura del libro: è ancora e sempre considerato un bene voluttuario.
Qual è il tempo di permanenza dei libri in libreria?

E' variabile, dipende molto dalla sensibilità dei singoli librari. In questo senso è fondamentale il lavoro delle librerie indipendenti. Ma sono poche e vessate dallo Stato e dalla grande distribuzione organizzata. Chi governa questo Paese non ha nessun interesse verso la cultura. Innalzare il livello medio di cultura equivale a creare nuovo dissenso verso una classe politica indecente.
Come vi difendete dalle insidie del mercato?

Non ci difendiamo. Semplicemente. Non ne abbiamo i mezzi.
Io cerco di tirare dritto per la mia strada: lavorando sulla qualità, evitando l'appiattimento culturale e la massificazione dell'informazione, affinando i gusti e spaziando sugli argomenti, anche nel campo della prescolastica.
Come contattarti?
Visitando il sito internet http://www.lineadaria.it, tramite fb Lineadaria Editore, oppure inviando email a: lineadariaeditore@gmail.com. In più, vi aspetto numerosi al prossimo evento dedicato alla piccola editoria "Buk Festival" di Modena dal 20-21 febbraio.
Lineadaria ha fatto una scelta editoriale di qualità, offrendo a piccoli e grandi lettori, sempre testi selezionati, storie interessanti ed originali, con illustrazioni assolutamente d'autore. 
Se si deve crescere, meglio farlo nel modo migliore!

                                                                                                                          (Vittoria)