Spesso, mi chiedono come faccio a "trovare" i protagonisti del mio blog, e la mia risposta è sempre la stessa: "mi lascio guidare dal mio gusto e dal mio intuito!" Anche questa volta, è andata così; ho visto le #illustrazioni di Simona Sanfilippo (in arte Tissi) e incantata dai suoi lavori, l'ho intervistata.
Quando e come ti sei accorta che la tua "strada" era quella del mondo del disegno?
Che mi piacesse disegnare si è capito presto! Il mio ricordo più lontano va alla scuola elementare, quando guardavo affascinata le mie compagne che copiavano alla perfezione i disegni dei libri. Le ammiravo e volevo tentare anch'io.
Ma la scintilla si è accesa, quando mio padre, mi propose di usare i suoi colori ad olio. Io avevo circa 12 anni e quel momento mi sembrò magico. So, che ho sempre amato disegnare, ma la via verso la mia professione si è aperta giorno dopo giorno, con fatica, ricerca, testardaggine ed anche un pizzico di fortuna.
Quanto ti hanno sostenuto i tuoi genitori nella scelta di questa carriera?
Se mio padre mi ha dato gli strumenti per innamorarmi della pittura, devo dire che mia madre mi ha instillato l'amore per la storia dell'arte. Entrambi, comunque mandarono in crisi la mia forte razionalità facendo emergere il mio lato creativo dormiente ed io, li ringrazio infinitamente per questo.
Qual è stato il tuo percorso
di studi?
Durante gli
anni delle medie e delle superiori uscivo raramente e dipingevo
tanto. Alle
superiori optai per gli studi di grafica pubblicitaria. Dopo il
diploma, frequentai corsi pomeridiano/serali di disegno naturalistico,
anatomico, acquerello, fumetto ed illustrazione, mentre al mattino
lavoravo. Poi un giorno
si presentò un'occasione d'oro: iscrivermi all' Istituto Europeo di
Design (IED) a Torino, dipartimento d'illustrazione. Da quel
momento sono stati 2 anni di studio serrato e produzione di
illustrazioni in diversi settori. Poi il diploma di laurea, la
ricerca del lavoro vero e proprio e la prima pubblicazione
retribuita.
Come
sono stati gli anni della "gavetta"?
Quelli in
realtà sono stati gli anni più duri, perché introdursi nell'ambito
lavorativo dell'illustrazione, qui da noi è difficilissimo. Io ho girato
fiere per anni, fatto colloqui e lavoretti saltuari provando più
volte il desiderio di fare un falò con tutto il portfolio. Però ho
tenuto duro, anche quando mi sono ritrovata sola! Poi dopo aver dedicando un intero anno alla ricerca di editori interessati, sono
stata fortunata, perché ho trovato un'agenzia londinese, che mi
rappresenta e che crede nel valore del mio lavoro.
L'ispirazione
viene principalmente dal mondo che mi circonda , quel che vivo e si
sedimenta in me. Tutto diventa d'ispirazione, ecco perchè amo viaggiare: i luoghi e le situazioni aumentano l'esperienza, d'ispirazione appunto. Un ricordo può arricchire un disegno con
l'emotività, ma a volte, basta anche una passeggiata "sgombra-mente" a creare ispirazione.
Cosa
c'è dietro al disegno, oltre la tecnica figurativa?
Ad
esempio, se si lavora ad una fiaba classica, si va a vedere come è
già stata trattata dai libri e dai film, poi ci si documenta sull'epoca storica e sui costumi relativi. Anche
se la storia è di fantasia, necessita di appigli reali per calare il
lettore in un universo verosimile. Occorre conferire alla
stessa, una certa sostanza vitale. Una storia, più diventa ricca, più alimenta la sua bellezza e la sua capacità del portarci a dubitare della sua finzione!
Cosa
significa essere disegnatrice?
Per
me essere disegnatrice significa trasmettere un messaggio (tramite
forme, colori, impostazione del disegno) ma, soprattutto poter
comunicare emotività.
E
tu, come ti definiresti?
Mi
definirei un artigiano delle immagini o un pittore d'emozioni.
Non
perché io pensi di essere un moderno Leonardo Da Vinci, non lo sono
per nulla, però amo creare e provo piacere nel dare vita a qualcosa.
E
dato che, come dicevo, la vita è emozione, beh, tutto torna, no? In
realtà, io sono solo una persona comune che cerca di tenere vivi i
molti sogni che ha, mentre sta in equilibrio fra i conti da pagare e
le favole da illustrare.
Quanto
è importante l'emozione trasmessa da un disegno?
Personalmente
ritengo l'emozione come una scintilla di vita e quindi, se riesco ad
inserirla nella mia immagine, avrò una possibilità in più di
parlare e di arrivare al cuore, di chi commissiona prima e di chi
legge poi. Comunicare tristezza, gioia, noia, diffidenza, allegria,
preoccupazione o qualsiasi altro stato emotivo, aiuta, secondo me, a
valicare i confini del disegno in sé. Certamente
un bel disegno fa piacere, ma al cuore e al cervello
arrivano prima ancora altre cose, più sottili e delicate. Ed è lì
il posto in cui mi diverto!
Cosa vorresti che ti commissionassero?
La
mia duplice anima ha due desideri distinti al momento, entrambi molto
forti: il primo, che mi vengano affidate le fiabe classiche della tradizione
nordica, ed il secondo, illustrare qualcosa di
mitologico. La mitologia greca mi affascina tanto, così come anche
tutto il filone delle leggende arturiane.
Per
acquistare le tue creazioni?
Oh, grazie per
aver riservato un angolino anche per il mio handmade. Le mie
creazioni si possono trovare tutte sullo shop :
http://tissipostcardsandcrafts.blogspot.it/ ma anche
comodamente su questo album di Facebook : https://www.facebook.com/media/set/?set=a.1781643551073.2101096.1538981556&type=1&l=3e19950930
Il secondo è
sempre più aggiornato, perché lì posso condividere
molto in fretta quel che realizzo e mostrarlo agli amici, che me
l'hanno richiesto.
I sogni si realizzano se alimentati da passione e tenacia, e a volte, si materializzano in un disegno!
(Vittoria)
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